10 minuti di Costituzione

La Costituzione italiana brevemente illustrata ai non specialisti del diritto

Puntata 1 – 10 Minuti di Costituzione

Prima di iniziare con la spiegazione del contenuto della nostra splendida Costituzione, è opportuno fare alcune considerazioni introduttive.La Costituzione italiana è composta da 139 articoli, cui si aggiungono le disposizioni transitorie e finali. Essa è fondamentalmente divisa in tre parti:

– Principi fondamentali: artt. 1-12
– Diritti e doveri dei cittadini: artt. 13-54
– Ordinamento della Repubblica: artt. 55-139

A queste tre parti seguono, appunto, le disposizioni transitorie e finali, suddivise in 28 articoli elencati con numeri romani. La scelta dei numeri romani fu presa per differenziare le disposizioni dagli articoli che le precedevano, pur restando esse parte integrante della Costituzione.

La Costituzione fu approvata dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, dopo circa un anno e mezzo di lavori, e promulgata dal Capo provvisorio dello Stato Enrico de Nicola il 27 dicembre 1947. Entrò in vigore il 1 gennaio 1948.
L’Assemblea Costituente fu eletta il 2 giugno 1946 e comprendeva esponenti di diverse formazioni politiche, con posizioni ideologiche anche molto distanti. Ne facevano infatti parte membri della democrazia cristiana e del partito comunista. Socialisti, liberali e repubblicani. Membri del partito d’azione e, addirittura, alcuni fautori del precedente regime riuniti nella formazione dell’Uomo qualunque.
La Costituzione non è quindi il risultato delle decisioni di una sola fazione, di un solo pensiero, ma di un profondo dialogo pacifico tra persone di ideologie e credo politico anche molto diversi. Le principali formazioni erano infatti rappresentate dalla democrazia cristiana, che poteva contare su 207 seggi, dal partito comunista, che ne contava 104, e dal partito socialista con 115 seggi.
Chiunque critichi la Costituzione argomentando che questa sia frutto di una precisa ideologia politica (es. Costituzione comunista) sta quindi mentendo. Sapere chi mente in politica è fondamentale per fare delle scelte consapevoli. Votereste mai per qualcuno che vi dice bugie?

Un’ultima precisazione che mi preme fare riguarda la rigidità della Costituzione. Affronteremo il tema più nel dettaglio successivamente. Tuttavia è bene sottolineare che rigida non significa completamente immutabile. Modifiche alla Costituzione sono possibili e sono state fatte. Vedremo che l’immutabilità riguarda solo alcuni principi e che esiste un procedimento di modifica cosiddetto aggravato per le norme costituzionali.
Quando dialogate con qualcuno e volete difendere le vostre posizioni facendo riferimento alla Costituzione accertatevi di sapere di cosa state parlando. Commettere errori come dire “questa cosa non si può cambiare perché la nostra è una Costituzione rigida” può costarvi una sconfitta dialettica pur essendo il vostro pensiero nobile e giusto.

Art. 1
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. 
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione

Veniamo ora al contenuto vero e proprio della Costituzione italiana. Per oggi ci soffermeremo sul solo articolo 1. Breve e conciso, contiene in realtà diversi principi cardine del nostro Ordinamento.

L’Italia è una Repubblica… Con queste prime parole l’art. 1 delinea la forma di governo dello Stato italiano. Da non confondersi con la forma di Stato (di cui parleremo tra pochissimo).
Senza entrare in un campo che ci porterebbe tra infinite discussioni dottrinali, ci basta qui evidenziare la differenza tra repubblica e monarchia. In una monarchia il potere di governo è concentrato nelle mani di un sovrano, il re appunto. Egli è il capo dello Stato e rimane in carica fino alla sua morte. A lui succede un erede. I poteri che di fatto sono esercitati dal sovrano non sono necessariamente illimitati. Questo accade solo nelle monarchie assolute. Vi sono anche monarchie costituzionali in cui i poteri del re sono definiti e limitati da una costituzione ed in cui, solitamente, vi è la presenza di un parlamento in rappresentanza del popolo. Caso tipico è quello del Regno Unito.
In una repubblica (dal latino res publica, cosa pubblica), il potere appartiene invece al popolo il quale “delega” direttamente, o indirettamente, dei rappresentanti per esercitarlo. Il capo dello Stato non è quindi un sovrano, ma un presidente. I poteri in capo al presidente della Repubblica e le forme di elezione possono essere diverse. Si va dalla repubblica presidenziale, in cui il presidente è eletto direttamente dal popolo ed ha un ruolo attivo essendo anche capo del governo, alla repubblica parlamentare, nella quale il presidente viene eletto dal parlamento e non è a capo del governo. I suoi poteri sono piuttosto limitati, talvolta arrivando ad essere poteri di mera rappresentanza. Vedremo più  avanti che l’Italia ha optato per una forma di repubblica parlamentare.

…Repubblica democratica… Qui i costituenti ci dicono qual’è la forma di Stato del nostro paese. Ovvero definiscono il rapporto che intercorre tra l’autorità e la libertà dei singoli. Anche in questo caso non possiamo dilungarci sulle caratteristiche delle diverse forme di stato. Nello stato democratico le decisioni che riguardano lo stato devono fondarsi sul consenso di tutti i governati. Ciascuno avrebbe quindi il diritto di partecipare, in condizioni di uguaglianza, alla vita politica del Paese. A livello passivo questo avviene nella forma del suffragio universale (democrazia rappresentativa), ovvero nel diritto concesso ad ogni cittadino di partecipare al processo di elezione dei propri rappresentanti al Parlamento (o in altre assemblee regionali o locali), i quali, a loro volta, designano gli organi che esercitano direttamente il governo (Governo, Presidente della Repubblica, ecc.). A livello attivo invece avviene nella forma del referendum (democrazia diretta), in cui i cittadini decidono direttamente su una scelta politica, e nella possibilità di candidarsi come rappresentanti in Parlamento.

…fondata sul lavoro. Il lavoro rappresenta  la principale aspirazione della Costituzione. Essa intende riconoscere il lavoro come mezzo più importante per il progresso materiale e spirituale della società. Il lavoro non dovrebbe quindi essere visto solo come il mezzo di sostentamento delle persone, bensì come il più alto strumento di realizzazione del cittadino preso singolarmente ed assieme agli altri.
Questa aspirazione sembra essere rimasta lettera morta. Non occorre certo un genio per comprendere come nella mentalità comune e dei politici il lavoro venga difficilmente identificato come strumento di realizzazione dell’essere umano. Certo non è un’impresa facile da realizzare, ma tendere alla sua realizzazione potrebbe cambiare radicalmente le cose. E questo vale sia per il singolo che per la politica nel suo complesso. Io credo che dietro queste parole ci sia l’intenzione di realizzare il massimo riconoscimento della dignità umana.
Ciò che sembra invece essersi realizzato, almeno nella forma, è la totale abolizione dei ceti (nobiltà, borghesia, ecc.).

La sovranità appartiene al popolo… Riguardo questo vale quanto detto sopra in merito al principio democratico e repubblicano. E’ chiaro che non è possibile che tutti i cittadini siano d’accordo su una determinata decisione, dunque è necessario che le decisioni siano prese a maggioranza. Tuttavia…

…che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Con questa proposizione la Costituzione definisce l’Italia come una democrazia costituzionale e non una democrazia maggioritaria. Intanto non è possibile, per chi è stato eletto, esercitare il potere in modo arbitrario. Esistono delle particolari procedure stabilite dalla Costituzione che garantiscono la partecipazione delle minoranze alla formazione delle decisioni di indirizzo politico. Vi sono poi anche delle particolari norme costituzionali volte a tutelare le minoranze. Questo perché, se la democrazia fosse intesa come pura egemonia della maggioranza, potrebbe accadere che la maggioranza violi quei diritti fondamentali della persona che devono essere garantiti a tutti. Per essere più chiari basti pensare a cosa potrebbe accadere se un partito filo-nazista dovesse conquistare la maggioranza. Senza quest’affermazione della Costituzione potrebbe teoricamente essere legittimato a schiacciare le minoranze in modo completamente legittimo in quanto “espressione della maggioranza“. Questa norma dispone senza ombra di dubbio che ciò non è possibile laddove la Costituzione vi pone un limite (p. es. la maggioranza non può legittimamente disporre che le persone di religione ebraica debbano frequentare scuole speciali. Questo per numerosi principi, primo fra tutti quello di uguaglianza – art. 3 Cost.).
Quando sentite qualcuno dirvi che “Questa cosa si può fare perché la maggioranza è d’accordo”, ricordategli intanto che le maggioranze hanno permesso l’olocausto. Poi ricordategli che ci sono dei principi talmente sacri che le maggioranze non sono autorizzate a violare. Ovviamente ci sarà chi dirà che non gli frega niente della Costituzione. Benissimo (o anche no), ma non potrà giustificare le sue scelte sulla base del principio democratico e dovrà rivelare la sua natura autoritaria e totalitarista (demoniaca?).

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2 pensieri su “Puntata 1 – 10 Minuti di Costituzione

  1. Idea piu` che apprezzabile , sono in molti , purtroppo, a non aver mai neanche letto la nostra costituzione. Continuate cosi!

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